American Bar – Flair Bartending

AMERICAN BAR

L’American Bar è un SISTEMA DI LAVORO ideato e sviluppato negli Stati Uniti, dove era già diffuso negli anni ’80. Il principio alla base dell’American Bar è il perseguimento del BAR BUSINESS, obbiettivo raggiungibile tramite l’ottimizzazione dei tempi e dei costi del lavoro senza precludere la massima qualità nel servizio.

Le 3 regole attorno alle quali ruota questo sistema sono le seguenti:

  1. Fare un buon drink;
  2. Fare un buon drink velocemente;
  3. Interagire con il cliente.

Negli anni 90′ l’American Bar è arrivato anche nel vecchio continente posizionandosi come il migliore ed il più utilizzato metodo di lavoro nei locali di tutto il mondo.

global bartending

MIXOLOGY Academy negli anni ha continuato a sviluppare l’american bar fino a creare il proprio sistema di lavoro, ad oggi l’unico metodo scientifico nel settore registrato con il nome di Global Bartending.

Grazie a quello che avai imparato per ottenerlo, un ATTESTATO in Global Bartending non solo ti permetterà di essere all’altezza di ogni situazione e di poter praticare il ruolo del bartender – con la massima professionalità – sia in Italia che all’estero, ma di avere un indubbio vantaggio rispetto alla media dei barman che hanno anni di esperienza alle spalle con il tradizionale metodo di American Bar, o addirittura con il Metodo Classico (nato negli anni ’50) da cui esso deriva.

Metodo Classico

Proprio il Metodo Classico, ancora oggi adottato da alcune associazioni di settore e negli istituti alberghieri italiani, suddivide il cocktail in “parti immaginarie”.

La ricetta di un classico Negroni cocktail, ad esempio, secondo il Metodo Classico recita così:

  • 1 parte di Gin;
  • 1 parte di Vermouth Rosso;
  • 1 parte di Campari Bitter.

Le parti, pur dovendo essere uguali tra di loro, secondo il Metodo Classico vengono versate “ad occhio” ed una per volta, rendendo estremamente difficoltoso e lento il lavoro di un barman  rispetto a quello del bartender che usufruisce di un sistema di lavoro moderno come il Global Bartending, indipendentemente dal suo grado di esperienza.

Grazie al nostro metodo, infatti, potrai contare a mente il liquido versato (con una o due mani contemporaneamente) con una precisione e una velocità ineguagliabili, anche se all’inizio avrai ancora poca esperienza.

Altra peculiarità del metodo sviluppato in Accademia è che abbiamo standardizzato un diagramma di flusso per permetterti di miscelare in maniera scientifica più cocktail contemporaneamente (3, 6, 10 o più) nel minor tempo possibile e senza nulla togliere alla qualità del tuo lavoro.

Precisione e velocità, unite ad un’elevata organizzazione, sono solo alcuni dei grandi vantaggi competitivi che potrai avere rispetto alla media dei barman che non utilizzano il metodo Global Bartending.

Non a caso dal 2017 al 2019 il 94,3% dei nostri studenti ha trovato lavoro entro 3 mesi dalla conclusione di un corso professionale MIXOLOGY Academy, mentre nel 2020, nonostante la grave emergenza economico-sanitaria, questa statistica si è attestata comunque al 78,71%!

Nel 2021, grazie alla ripartenza dell’intero settore e all’incredibile lavoro dei Trainer, dell’agenzia e ovviamente dei nostri stessi allievi, siamo riusciti a superare i livelli pre-2020 con un eccezionale tasso del 96,93% tra chi ha concluso un nostro corso ed è riuscito a trovare lavoro entro 3 mesi dalla certificazione con MIXOLOGY Academy.

Infine, nel 2022 questa statistica già straordinaria è arrivata al 98,19%, con un tasso del 100% per gli studenti che hanno completato il percorso ‘Global Bartender’.

Il nostro lavoro è di aiutarti ad entrare con successo nel settore del bere miscelato per costruire una carriera redditizia e, dopo aver studiato e testato per anni ogni tecnica possibile e immaginabile, siamo arrivati alla conclusione che il Global Bartending sia la soluzione migliore per chi, come te, sta muovendo i primi passi in questo mondo.

Chiaramente la scelta finale è solo tua: se lo ritieni opportuno per il tuo futuro, puoi sempre decidere di formarti professionalmente imparando le tecniche degli anni ’50 o degli anni ’80 dello scorso secolo che vengono tutt’ora insegnate dalle scuole barman tradizionali.

FLAIR | Flair Bartending

La terza regola di un buon bartender riguarda l’interazione con il cliente, che consiste nell’instaurare un rapporto  con il proprio “pubblico pagante” per avvicinarsi ai suoi desideri, vincerne la fiducia e, possibilmente, conquistare anche la sua simpatia.

In questo ambito, pur essendo tutt’altro che indispensabile, può essere di aiuto il FLAIR, che significa letteralmente “fare qualcosa di semplice in maniera particolare”.

Per Flair si può intendere un qualsiasi gesto “non canonico” fatto dietro al bancone bar che coinvolge gli strumenti del mestiere. Nel corso degli anni si è sviluppato in una tecnica di evoluzioni e movimenti acrobatici con bottiglie e shaker con cui miscelare i cocktail o preparare altri tipi di drink.

Il Flair è suddiviso in 2 categorie:

  1. Working FlairFlair da lavoro eseguibile anche con bottiglie completamente piene;
  2. Exhibition FlairFlair da esibizione eseguibile solamente con una piccolissima quantità di liquido all’interno delle bottiglie (generalmente meno di 2 oz).

American Bar e Flair VS GLOBAL BARTENDING

Per molto tempo, specialmente a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli anni ‘2000, si tendeva a confondere l’American Bar ed il Flair come se le due cose – nello specifico il nuovo american bartender e il cosiddetto barman acrobatico – dovessero necessariamente coesistere.

Spesso la standardizzazione, la velocizzazione del lavoro e l’organizzazione dietro al food cost/drink cost, non erano le linee guida di chi preferiva intrattenere il pubblico lanciando letteralmente le bottiglie per aria e concedendosi qualche spillata di alcol di troppo nel buon nome del divertimento della clientela.

Molti sono anche i flair bartender professionisti che hanno dimostrato di saper perfettamente integrare le loro abilità acrobatiche spettacolarizzando un servizio al bar sufficientemente rapido, pulito ed efficace.

E’ innegabile il fascino che si cela dietro ad un barman in grado di manipolare più bottiglie e shaker volanti, ma noi di MIXOLOGY Academy crediamo che il flair debba essere una specializzazione che integri le abilità di un bartender e NON un punto di partenza o la principale impronta nella formazione di un professionista nel settore della Mixology.

Il tuo futuro è nelle tue stesse mani

E’ nostro dovere insegnarti prima di tutto a miscelare drink e a lavorare dietro al bancone, oltre a tutte quelle competenze indispensabili per sviluppare una carriera di successo: una volta che avrai dimostrato di essere in grado di superare gli standard che abbiamo imposto come Accademia e di poter utilizzare con profitto il metodo Global Bartending (per il TUO bene), allora potrai anche apprendere – se lo vorrai – le tecniche di spettacolarizzazione del lavoro in un corso di flair.

Al contrario, se lanciare bottiglie e diventare un barman acrobatico è l’unica cosa che desideri a prescindere dalla qualità del tuo lavoro al bar e dell’esito del tuo stesso futuro professionale, allora probabilmente il metodo Global Bartending e la MIXOLOGY Academy NON sono la soluzione giusta per te.

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